Uno spunto di partenza da commedia degli equivoci da il là al nuovo film di Patrice Leconte, che ancora una volta racconta i giochi del caso e gli strani incontri del destino. Ma se ne L’uomo del treno, l’incontro tra due vecchi – uno che aveva vissuto troppo, l’altro troppo poco – diventava emblematico, qui a metà del film la storia sembra non avere più molto da dire e aver esaurito il felice spunto iniziale. Il gioco tra loro, una volta scoperto l’equivoco, sembra accademico, una partita a scacchi che narrativamente non porta a molto: sì, la sottile carica erotica e seduttiva tra due estranei che si dicono “confidenze troppo intime”, soprattutto da parte della donna, però è un gioco che non regge la durata di un film. più che altro, sembra l’occasione per una recitazione d’alta classe tra due ottimi attori, soprattutto un Fabrice Luchini che (già ottimo nel recente “Il costo della vita”) invecchiando acquista sempre maggiore leggerezza e naturalezza, tanto da comunicare sentimenti fortissimi con un semplice fremito di labbra o impercettibile movimento di palpebre. Nonostante i molti elogi, la storia sembra girare alla fine su se stessa, molto accademica e molto “francese”: dialoghi sottili e allusivi, sguardi intriganti, appunto ottima recitazione ma motivazioni dei personaggi quanto meno poco delineate.,Antonio Autieri

Confidenze troppo intime
Una donna inizia un ciclo di incontri con uno psicanalista. O così crede: sbagliando porta, entra nell'appartemento accanto e confida i suoi segreti a un commercialista, che non la disillude… Quando scoprirà la verità, continuerà a confidarsi con l’uomo: ne nascerà un rapporto insolito, forse amoroso…,