Come un padre è il documentario di Alessio Di Cosimo che racconta la vita e le imprese di uno degli allenatori più amati e rispettati del calcio tra gli anni 80 e il 2000: Carlo Mazzone. Romano, classe 1937, fin da bambino Carletto – come veniva affettuosamente chiamato – non riusciva a nascondere la passione per il calcio anche se doveva andare agli allenamenti quasi di nascosto dal padre che avrebbe preferito che il figlio gli desse una mano nell’officina di famiglia. Ma l’amatissima madre è sempre stata dalla sua parte…
Il film ne segue la carriera prima da giocatore e poi da allenatore. A livello agonistico Carlo Mazzone fu costretto a dire molto presto addio al calcio giocato per un grave infortunio alla tibia dopo essersi, però, tolto la soddisfazione di aver giocato nella sua amatissima Roma e dopo essere stato protagonista anche nella sua seconda città del cuore, Ascoli. Tante le immagini di repertorio che lo ritraggono sulla panchina della squadra marchigiana, a Cagliari, Firenze, Lecce e poi, ovviamente, su quella della Roma dal 1993 al 1996. Ma Mazzone ha allenato anche a Brescia, Bologna, Pescara, Perugia per terminare a Livorno. Il punto forte del documentario sono le testimonianze di chi lo ha avuto come allenatore. Tanti i volti intervistati da Pep Guardiola a Beppe Signori, da Andrea Pirlo ai gemelli Filippini, da Giuseppe Giannini a Giovanni Galli, fino a Roberto Baggio e Francesco Totti che con lui hanno avuto un rapporto speciale; il primo era a fine carriera mentre il secondo agli inizi.
Tanti i momenti ricordati. Le promozioni dell’Ascoli del presidente Costantino Rozzi dalla serie C alla A, le prodezze con il Brescia trainato da Baggio, la corsa sfrenata ed epica sotto la curva dei tifosi bergamaschi che in un Brescia-Atalanta avevano insultato lui e la madre per tutta la partita, la vittoria per 3 a 0 in un mitico derby contro la lanciatissima Lazio di Zeman (alcuni intervistati si commuovono ancora nel ricordo di quella partita), il clamoroso successo sulla panchina del Perugia ai danni della Juve nel 2000, sconfitta che costò lo scudetto ai bianconeri. Tutte le interviste hanno un minimo comune denominatore: sottolineano la grandissima umanità di Mazzone nei confronti di tutti i giocatori, la sua onestà e integrità morale e la modernità nel modo di intendere il calcio. Solo un aspetto convince meno nel lavoro del regista, aver inserito alcune scene fiction con attori per raccontare la gioventù di Mazzone che stonano con il resto del racconto che vive delle testimonianze d’epoca e di quelle attuali.
Bella – e anche un po’ malinconica – la chiusura sul volto dell’oggi 85enne Mazzone sulla tribuna dello stadio di Ascoli insieme alla nipote che gli porta un cimelio: il quaderno su cui il padre di Carletto raccoglieva gli articoli di giornale che parlavano del figlio. Finale con accenno di corsetta in campo. Consigliato e non solo agli appassionati di calcio. Come un padre è disponibile su Prime Video.
Stefano Radice
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