Il giornalista radiofonico Johnny si sposta di città in città insieme al suo team per intervistare i giovani d’oggi sul tema del futuro, ma accetta di occuparsi di un nipotino iperattivo e problematico per aiutare, in un momento di difficoltà, la sorella che non vuole abbandonare a sé stesso il padre assente del bambino, psicologicamente instabile.

C’mon c’mon è un viaggio in bianco e nero di uno zio e nipotino che attraversano l’America: dall’alto dei suoi nove anni, il giovanissimo attore Woody Norman tiene testa al compagno di viaggio Joaquin Phoenix, formando un duo di magnetici protagonisti. Il regista Mike Mills, autore di video e documentari, sottrae il colore da una narrazione ricca di spunti: i ragazzini, al centro della scena, danno risposte acute e spesso acuminate.

Nonostante gli psicologismi con cui i personaggi si auto-analizzano quasi ininterrottamente, smussando purtroppo molti conflitti, il film brilla però anche per un interessante pregio, riuscendo a raccontare alcune sfide quotidiane della genitorialità attraverso l’originale rapporto tra zio e nipotino. Ma soprattutto, i momenti di maggiore autenticità trovano un varco nelle interviste – reali – a ragazzini americani, intervallando l’odissea dei protagonisti. Si diceva che il mondo verrà salvato dai ragazzini: sicuramente è a loro, adesso più che mai, a cui andrebbe passato il microfono, mentre il futuro li attende con un carico di disagio ma anche di semplici, pragmatiche aspettative.

Il film è dedicato a Devante Bryant, uno dei giovanissimi intervistati, ucciso a New Orleans da sconosciuti meno di un anno fa durante una sparatoria.

Roberta Breda

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