Nella Londra contemporanea le storie di quattro persone si incrociano, incontri che hanno la forma di amori folgoranti, a prima vista, a cui i protagonisti non riescono in alcun modo a resistere. Dan (Jude Law), redattore di necrologi, fallito romanziere, incrocia, tra le strade affollate della città, lo sguardo intrigante della giovane Alice (Portman), appena giunta dall’America a Londra. Tra i due è subito amore: la ragazza diventerà anche nuova fonte di creazione per Dan, a lei infatti si ispirerà il suo romanzo. Un altro incontro casuale stravolge questa coppia: Dan incontra Anna (Roberts), bellissima fotografa che cerca volti sconosciuti nel tentativo di dare al suo lavoro una forma artistica. L’uomo prova subito un’attrazione irresistibile, ma poiché lo scrittore per il momento non può averla le combina, per vendetta, un incontro al buio con un dermatologo, Larry (Owen). I due inaspettatamente si innamorano, arrivando a sposarsi, nonostante Dan non sia sparito dalla scena…Da questo momento per i quattro protagonisti è un susseguirsi di litigi, tradimenti smascherati, riappacificazioni e poi ancora allontanamenti…. ,La locandina di Closer mostra i quattro volti dei protagonisti, in fila, in parte sovrapposti uno all’altro, in modo tale che di ognuno sia visibile solo uno dei due occhi, sufficiente per esprimere il loro sguardo intrigante e malizioso. I visi sono di una fissità tale da sembrare finti, quasi dipinti da un pittore iperrealista, e le espressioni dei loro tratti rispecchiano il contenuto della tag line, che poco sotto recita: “CHI AMA A PRIMA VISTA TRADISCE AD OGNI SGUARDO”. Questa frase e questi quattro volti riassumono il contenuto del film: amori che scoppiano a prima vista, traditi nel momento in cui chi li vive si imbatte in un nuovo incontro, in un nuovo sguardo più accattivante di quello precedente, a cui cedere freddamente senza alcun freno. Il film quindi è lontano dalla classica commedia romantica, possiede invece i caratteri di un dramma, più precisamente di diversi drammi che si svolgono in maniera fatale lungo il tempo della storia senza lasciare spazio ad alcuna vera possibilità di cambiamento per i personaggi. La vicenda di Closer è tratta da una piéce teatrale di grande successo (è stata messa in scena in oltre 100 paesi) di Patrick Marber, autore anche della sceneggiatura. ,Mike Nichols, stesso regista del “Il Laureato” e di “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, ha voluto realizzare questo film, mantenendo le stesse caratteristiche del lavoro teatrale, dove non si vuole dare un giudizio morale sugli atteggiamenti e le scelte dei personaggi, ma ci si limita ad osservarli, lasciando formulare allo spettatore un giudizio di valore. ,Il regista ritorna al cinema, reduce da una serie televisiva di grande successo, “Angels in America” (recentemente andata in onda anche in Italia, su la7), riconfermando con questo film la scelta di un realismo, che, se nella serie televisiva diventa trasposizione anche fin troppo cruda di uno spaccato della realtà americana, in “Closer”, proprio per la sua natura teatrale, veste un realismo che emerge dalle parole, alle quali è dato il compito di animare questa realtà conturbante e ambigua. Per questo motivo i dialoghi spesso non risparmiano l’uso di un linguaggio osceno e volgare, volto a rappresentare il vero movente delle scelte dei personaggi e il vero protagonista della storia: la componente sessuale, protagonista di cui il regista preferisce far parlare i personaggi più che mostrarla attraverso immagini, compiendo una scelta significativa, certamente consapevole del peso spesso più significativo che le parole possono acquistare, rispetto all’immagine nella società contemporanea, cinicamente abituata a certe visioni, che lasciano poco spazio all’immaginazione. In una scelta del genere il rischio principale è quello che lo spettatore spesso risulti messo da parte, egli è chiamato ad osservare uno spettacolo che si nutre di intrighi e incontri casuali, dove i personaggi, spesso, vestono una freddezza tale da rendere difficile una partecipazione drammatica di chi guarda.,Combattono contro questo rischio l’interpretazione di Natalie Portman (la migliore in assoluto: la ragazza cresce di film in film e ha ormai una notevola maturità) e di Clive Owen, che rappresentano le meglio riuscite: la seconda nel mostrare un uomo caratterizzato da un’istintività nuda e cruda che lo rendono credibile, la prima permette una maggiore immedesimazione da parte dello spettatore poiché sembra essere l’unico personaggio a mostrare una vera sofferenza per una situazione portata ai limiti del reale (ma il colpo di scena finale ribalta la prospettiva sulla “verità” del suo personaggio…). Mentre Dan (Jude Law) risulta un personaggio difficile e macchinoso, le diverse autoanalisi che compie delle proprie scelte, e le autogiustificazioni egoistiche dei propri tradimenti sono poco reali e lasciano che la componente teatrale prenda il sopravvento sulla narrazione cinematografica, difetto dell’intero film. Infine Julia Roberts non sembra adatta a interpretare il ruolo complesso di Anna. ,I personaggi di “Closer” sembrano interpretare un gioco di ruolo, in particolare nella sfida finale che vede come protagonisti i due uomini, che si contendono Anna, spinti più dal desiderio ossessivo di vincere una partita contro l’avversario che da un vero amore nei confronti della donna: questo crea, all’interno della pellicola, un meccanismo ripetitivo, che se nella prima parte può risultare apparentemente intrigante, nella seconda diventa monotono e noioso.,Cecilia Spera

Closer
Scarica in PDFNella Londra contemporanea le storie di quattro persone si incrociano, incontri che hanno la forma di amori folgoranti, a prima vista, a cui i protagonisti non riescono in alcun modo a resistere. Dan (Jude Law), redattore di necrologi, fallito romanziere, incrocia, tra le strade affollate della città, lo sguardo intrigante della giovane Alice […]