Pedro, Benito, Emiliano e Augustin sono quattro vecchi amici, ormai pensionati, che si ritrovano tutti i giorni al bar per raccontarsela e per giocare a domino. Un giorno, però, Pedro annuncia agli amici di essere molto malato e di avere i giorni contati. Chiede loro, una volta morto, di fargli l’ultimo, grande favore: portare nella città di Dolores, al museo del cantante José Alfredo Jiménez, un tovagliolo su cui il mito messicano della canzone gli ha scritto una dedica. Dopo il funerale, quindi, i tre amici si mettono in viaggio: quella che doveva essere una trasferta di un giorno, si trasformerà, invece, in una piccola Odissea…

Il regista messicano (ma trasferito negli Usa) Jack Zagha Kababie mette in scena un piccolo road movie per le strade del suo Paese; il tema della consegna del tovagliolo è solo un pretesto per farci conoscere un Messico reale e lontano da quello un po’ folkloristico e turistico che siamo abituati a immaginare (a parte la musica melodica di Jimènez). Non si vede il caos di Città del Messico, così come non si vedono le grandi tracce di storia che Maya e Atzechi hanno lasciato. I protagonisti si muovono nella provincia messicana. L’abilità del regista è quella, con brevi e semplici tratti, di descriverci bene chi sono i quattro amici, le loro vite, le loro debolezze e amarezze. Il tutto con grande sobrietà. Un piccolo film, poco pubblicizzato, che merita di essere visto. I protagonisti, Luis Bayardo, Eduardo Manzano, José Carlos Ruiz, Pedro Weber Chatanuga – nomi che a noi non dicono molto – sono molto popolari in patria.

Stefano Radice