Un’epidemia apocalittica sta minacciando il pianeta. Si diffonde attraverso i cellulari portando le persone a impazzire e a trasformarsi in una sorta di zombie violenti e assassini. Pochi riescono a evitare il contagio. Tra questi il disegnatore Clay Riddel (John Cusack), la sua vicina di casa Alice e il conducente della metro Tom McCourt (Samuel L. Jackson). I tre sono impegnati non solo a salvarsi ma anche ad andare alla ricerca della moglie e del figlio di Clay che potrebbero essere sopravvissuti. Intanto i non contaminati sono in viaggio verso un lago del Maine dove, si dice, non ci siano ripetitori e dove i contaminati non arrivano. Ma sarà vero?… Tratto da un romanzo di Stephen King, il film di Tod Williams incrocia generi quali action, thriller fantascientifico e zombie movie ma l’operazione non riesce a essere convincente. La storia, infatti, ripete cliché già visti e rivisti e procede con buchi di sceneggiatura. Ad esempio, perché le persone sopravvissute sognano tutte il personaggio inquietante di una graphic novel dello stesso Clay? Che relazioni ha con l’epidemia? Poteva essere uno spunto interessante ma non è approfondito. I contaminati, inoltre, sembrano dialogare tra loro e arrivare a condizionare la mente dei non contagiati. Ma anche questo aspetto non è approfondito. Il film procede anche con discreto ritmo ma si perde mano mano che ci si avvicina alla conclusione, tanto è vero che i finali sono due ma non si capisce bene quale dei due sia quello vero: siamo in un sogno o in un incubo senza via d’uscita? Peccato perché il romanzo di King, che è anche co-autore della sceneggiatura, poteva offrire spunti interessanti per riflettere sulle tecnologie, sul potere che stanno prendendo sulle nostre vite e su come siamo sempre più dipendenti da queste. Ma poteva essere anche l’occasione per riflettere meglio sulle paure che attanagliano il mondo occidentale. Non particolarmente ispirate anche le performance di John Cusack e di Samuel L. Jackson. La scena clou, a nostro avviso, rimane quella iniziale quando il virus si manifesta nell’aeroporto di Boston.
Stefano Radice