Abituato a scandire col cronometro ogni istante della sua vita, un dirigente di una compagnia di spedizioni si ritrova, a causa di un incidente aereo, per cinque anni solo su un’isola deserta. Una lotta per sopravvivere, dal punto di vista fisico e spirituale.
Se il film da una parte è una cruda descrizione dell’impotenza dell’uomo (il protagonista non riesce nemmeno a uccidersi), dall’altra fa emergere, insieme alla volontà di sopravvivenza, la speranza. E contiene una bellissima esemplificazione dell’idea di segno come rimando ad altro: cosa salva un naufrago dalla disperazione? Una fotografia, un volto umano dipinto su un pallone e un pacco non aperto dove qualcuno aveva dipinto due ali, piccolo simbolo – appunto – di speranza.
Antonio Autieri