Un uomo, single, riceve una lettera anonima che gli rivela di avere un figlio. Così, si mette alla ricerca della donna da cui potrebbe averlo avuto.,Bill Murray interpreta Don Johnston (una neanche tanto velata assonanza con Don Giovanni), un uomo che, per sua stessa affermazione, è diventato ricco coi computer, ma non ne possiede neanche uno. Ha una bella casa e un’amante che nella prima scena lo lascia, accusandolo per la sua passività. Lui tace e rimane sul divano, ascoltando musica e addormentandosi rannicchiato. Nella sua esistenza solitaria, John ha un amico, un vicino di casa di colore, Winston, sposato con quattro figli, che si interessa particolarmente alla lettera misteriosa ricevuta da Don. Winston prepara l’itinerario per Don, in modo che possa andare a trovare tutte e quattro le donne da cui potrebbe aver avuto un figlio, e risolva il mistero della lettera. In realtà il viaggio e gli incontri di Don non risolvono un bel nulla, anzi, sembrano complicare la vicenda: le donne sembrano (almeno tre su quattro) contente di vederlo, ricordano con piacere la loro storia d’amore, ma nessuna sembra avere alcun motivo per aver scritto la lettera. Don è cortese con loro, ma distaccato; con una (Sharon Stone) trascorre anche la notte, ma poi se ne va, e non sembra che l’esperienza lo abbia interessato più di tanto. La cosa che colpisce nel film di Jim Jarmusch (che ha diretto anche Benigni in “Daunbailò”) è l’interpretazione di Bill Murray, che ricorda molto il personaggio di “Lost in Translation-L’amore tradotto”: un uomo che sembra costantemente perplesso di fronte alla vita, bisognoso che qualcuno gli dica cosa fare e come affrontare le situazioni immediatamente più complesse di stare seduto sul divano. Eppure Don, che nei primi momenti del film è mosso più dalle insistenze del vicino che dalla curiosità di scoprire di avere un figlio, alla fine trova inaspettatamente che questo desiderio di paternità esiste, è vero, e vuole trovare una risposta (come si scopre nella enigmatica scena finale). È un inizio, ma si capisce che per l’apatico Don è un passo enorme.,Beppe Musicco