Vi ricordate il dittico A prova di morte/Planet Terror ? Carini, almeno per chi ama il cinema un po' fuori di testa di Tarantino e Rodriguez ma gustosissimi per quello che avveniva prima dei titoli di testa. Una serie di finti “prossimamente” di improbabili film: tra tutti, il migliore, Machete, ha dato origine addirittura a un vero e proprio lungometraggio, dallo stesso titolo. Erano quei trailer giochini ad uso e consumo per cinefili tarantiniani ma erano giochi arguti, autoreferenziali, girati con gusto e pieni di ironia. Tutte qualità che non si trovano in Box Office, sottotitolato tronfiamente Il film dei film. Stessa idea di partenza – il gioco del cinema e sul cinema con parodie dei film più celebri degli ultimi anni – ma il risultato è a tratti sconfortante. Gli elementi che rendono Box Office un film assai mediocre sono molteplici: una sciatteria di messinscena e una povertà registica; una cronica mancanza di tempi comici; la prevedibilità di molte gag e lo spreco di molti talenti comici da Gigi Proietti sempre più confinato in ruoli da macchietta a Enzo Salvi nella solita parte del coatto. Ezio Greggio, artefice dell'operazione, produttore, regista e sceneggiatore guarda alla comicità surreale e al ritmo concitato di Mel Brooks. Il problema è che da un lato Greggio non è Brooks e nemmeno l'ultimo Brooks, quello dei mediocri Robin Hood – Un principe in calzamaglia e Dracula morto e contento, dall'altro non dimostra di avere imparato dal suo film precedente, in pieni anni '90, quel film bizzarro, velleitario ma sotto certi aspetti coraggioso che fu Il silenzio dei prosciutti, parodia de Il silenzio degli innocenti e non solo. Allora il film soffriva di una scrittura faticosa, anche se la messinscena era più curata e il budget messo a disposizione dalla produzione era infinitamente più grande di Box Office: il risultato fu che faceva poco ridere e, a vederlo ora, appare limitato e datatissimo oltre che assai presuntuoso. Box Office è molto più provinciale. Via il cast internazionale de Il silenzio dei prosciutti, tra cui Billy Zane, Joanna Pacula, Shelley Winters più una serie infinita di camei (Carpenter, Landis, Dante, lo stesso Brooks !) e dentro i vari Enzo Salvi, Anna Falchi, Maurizio Mattioli, Biagio Izzo e uno stuolo di caratteristi di stampo televisivo (Fantoni, Max Pisu, Franco Neri e molti altri). Il film non è il disastro che ci si poteva aspettare: i comici televisivi rendono come sempre pochissimo al cinema, e i più scafati (Izzo, Salvi e compagnia) tirano a campare. Si nota, almeno in alcuni momenti, (la parodia de Il codice da Vinci e Uomini che odiano le donne) una certo gusto cinefilo così come non mancano (poche) battute simpatiche (il codice Gratta Da Vinci o la comparsata della Buonamici e qualcosa d'altro). Il problema è che il film è poverissimo e che la confezione fa a pugni con le velleità: gli effetti speciali sono vergognosi, le comparsate di personaggi televisivi (c'è di tutto: da Bruno Pizzul a Aldo Biscardi e Luca Giurato) sono puro cinema trash; i film che si vuole prendere in giro sono troppi e i tempi comici latitano. Non mancano anche le battutacce di pessimo gusto, tipo quella su Michael Jackson ed così come a non mancare è la volgarità comunque piuttosto contenuta per il tipo di film. Quello che stona di tutta questa operazione sono appunto le velleità: Greggio pare credere sul serio al suo come al Film dei film: il primo film italiano in 3D e l'omaggio al cinema classico e recente. Il risultato è che il 3D è inadeguato e il finale, seriosissimo e tronfio, con Greggio nei panni di se stesso e la Lollobrigida a sfilare sul tappeto rosso hollywoodiano a godersi gli applausi, oltre ad essere un'altra occasione mancata per poter ridere di se stessi, è un autogol clamoroso e il primo momento davvero irritante di tutto il film. Se è vero che i più grandi umoristi – si pensi proprio alla coppia Tarantino/Rodriguez di cui sopra – sono i primi a ridere di sé e delle proprie manie, Greggio oltre ad essere un regista mediocre ha anche un senso dell'umorismo inversamente proporzionale al proprio ego.,Simone Fortunato

Box Office
Un collage di trailer parodie di film di successo degli ultimi anni.