La materia ci sarebbe e sarebbe anche poco conosciuta e anche gli attori ci sarebbero – due icone del cinema latino, Antonio Banderas e Jennifer Lopez. Manca però il film. "Bordertown" infatti è un film che soffre di parecchi problemi. Innanzitutto di regia: Nava di fronte a un soggetto di chiara denuncia civile e politica, con anche annesse dure critiche al trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Messico, aveva almeno due strade da percorrere. La denuncia civile spiccia, attraverso il ricorso al documentario o a una fiction documentarista (gli esempi, anche recentissimi e di successo, non mancano) o il thriller tradizionale, “all’americana”, ad alto tasso spettacolare. Sceglie quest’ultima strada, puntando su volti noti al cinema commerciale (oltre ai due protagonisti, anche Martin Sheen nella parte del direttore di un quotidiano) e sulle regole del genere (suspense, azione, colpi di scena, inseguimenti) a scapito di una psicologia dei personaggi che, fatta eccezione per qualche piccolo accenno al dilemma della donna in carriera di J. Lo., è ridotta praticamente a zero. Peccato, anche perché la materia lo avrebbe richiesto così come i personaggi in gioco, specie il personaggio di Eva, la sopravvissuta. E invece Nava la butta sul thriller trito e ritrito del serial killer figlio di papà e pazzo, prendendosi la libertà di scelte registiche quantomeno poco efficaci: di fronte a una fotografia calda e anche pertinente, ereditata da "Traffic" di Soderbergh, è gestito piuttosto male il meccanismo della suspense in alcune sequenze “telefonate” (la festa a casa Salamanca) e in generale nelle confuse sequenze d’azione in cui si capisce veramente poco della dinamica. Un film deludente da un punto di vista di regia, sceneggiatura, critica politica (che rimane in superficie, senza ragioni da vendere) ma soprattutto "Bordertown" è un film modesto anche da un punto interpretativo. La Lopez, in particolare, che molti attendevano al varco nel suo primo ruolo “impegnato”, non riesce a scollarsi di dosso l’aura della star. Anche da un punto di vista fisico. Se i primi minuti del film, J. Lo. appare quasi dimessa e povera in abito e atteggiamento, è solo questione di minuti. Vivrà una vera e propria metamorfosi verso la bellezza. Che fa però fa a pugni con la materia trattata. ,Simone Fortunato

Bordertown
Nella città di Juarez, al confine tra Messico e Stati Uniti, troppe giovani operaie scompaiono senza lasciare traccia. Una giornalista america vuole vederci chiaro.