Commedia francese sofisticata e brillante, Bon Voyage riporta in auge – quanto meno a livello nazionale: in Francia è candidato a 11 premi Cyrano de Bergerac con Gérard Depardieu. E proprio Depardieu (nei panni di un ministro vacuo e cascamorto) è uno degli assi nella manica di Rappeneau, che ha un ricco cast a disposizione in cui brilla un’Isabella Adjani perfetta nella parte della diva del cinema capricciosa e irritante. È proprio dal suo “accidentale” omicidio di un vecchio spasimante tradito (omicidio la cui colpa ricade su un altro ex amante, accorso per aiutarla) che si dipana una “ronde” di eventi, fughe, coincidenze fortuite, colpi di scena e accadimenti perigliosi per i personaggi del film. A movimentare la storia il tentativo di far partire per l’Inghilterra uno scienziato partigiano evitando che una sostanza chimica in grado di costruire la bomba atomica finisca nelle mani dei tedeschi. Il tutto con una sapiente capacità narrativa, che lega avvenimenti storici drammatici e un tono di commedia mai sopra le righe, senza disdegnare azione e suspense (è anche una spy story, debitore ai vecchi film inglesi di Hitchcock). Merito di una sceneggiatura dai meccanismi perfettamente oliati, di una regia che non fa mai distogliere l’attenzione e di un ottimo gruppo di interpreti. In Francia il pubblico apprezza e parte della critica più estremista lo chiama (anzi, chiamava più spesso in passato) “cinema de papà”, a dire un modo troppo classico e vecchio di fare cinema. Anche qualche critico irride magari a certi film troppo “ben costruiti” ma, come si suol dire, avercene di film come questo. Che sanno intrattenere con classe e raccontare con acume un drammatico momento storico senza boria, ma anzi “castigando i costumi” di chi non si accorgeva del pericolo nazista imminente o, peggio, di chi si schiererà per opportunismo dalla parte sbagliata.,