Il primo film del concors, a Berlino 2020, è l’argentino El profugo, un thriller psicologico venato di sovrannaturale. Ines, doppiatrice di professione e con un impegno in un coro, dopo che durante una vacanza il suo fidanzato si suicida, inizia a soffrire di insonnia e allucinazioni, mentre i microfoni delle sale di doppiaggio sembrano registrare attorno a lei strane frequenze magnetiche. Pian piano Ines precipita nella paranoia e diventa sempre più incapace di distinguere tra verità e immaginazione. Il film cavalca elegantemente l’ambiguità dello sguardo di Ines, che sembra precipitare da un sogno a un altro e cerca inutilmente di liberarsi degli “intrusi” venuti da chissà dove che vogliono impadronirsi di lei, quando, invece, forse la soluzione è proprio smettere di lottare. La regista Natalia Meta, al suo secondo lungometraggio, domina abilmente la sua materia creando un racconto che è insieme genere e apologo esistenziale.

Tutt’altra ispirazione quella di Giorgio Diritti che con Volevo nascondermi affronta la biografia dell’artista Antonio Ligabue, dall’infanzia svizzera tormentata dalla deformità fisica e dai problemi mentali, al ritorno in Italia, con la povertà e l’internamento in una struttura per malati mentali fino alla scoperta dell’arte come espressione di sé e della propria libertà.
Un film complesso, che si regge sulla straordinaria interpretazione di Elio Germano, calato nel protagonista anche grazie ad un accurato lavori di trucco e prostetico, ma che a Ligabue restituisce soprattutto il suo cuore e la sua passione.

Nella sezione Special della Berlinale arriva invece Onward, nuovo lungometraggio animato della Pixar che vede protagonisti una coppia di fratelli elfi: in un mondo che ha voltato le spalle alla magia per le comodità della tecnologia, ha l’occasione di riportare in vita per un giorno il padre defunto con un incantesimo. Il regista Dan Scanlon ha tratto l’idea di questa storia da un’esperienza molto personale: anche lui, come il protagonista Ian (che nell’originale ha la voce di Tom Holland, mentre suo fratello è Chris Pratt), ha perso suo padre quando era piccolissimo. Di lui restavano solo pochi filmati di famiglia (muti, vista l’epoca) e qualche parola registrata su un’audiocassetta. d è dalla nostalgia per questo genitore assente, ma anche dalla forza del rapporto con il fratello maggiore, che Scanlon è partito per costruire un racconto di crescita e scoperta, che sfrutta fino in fondo i topoi delle grandi epopee fantasy, virandoli di volta in volta verso il dramma o la commedia. Il film, che esce in Italia la prossima settimana, se forse non arriva al livello dei più grandi capolavori Pixar, è comunque un racconto onesto e sincero, coinvolgente e pieno di brio, che sa trovare, soprattutto nel finale, momenti di autentica commozione.

Dalla sezione Panorama arriva il danese Wildland, protagonista una famiglia di piccoli criminali, in cui si ritrova la diciassettenne Ida dopo che la madre tossica è morta in un incidente stradale. Della zia e dei traffici illegali che gestisce insieme ai tre figli maschi (che tiene in vario modo sotto il suo stretto controllo), non sapeva nulla Ida, e neppure i servizi sociali che gliela affidano un po’ incoscientemente. È con tutta naturalezza che, invece, la ragazzina viene inserita nelle attività familiari, anche quando si tratta di usare una bambina per “convincere” un debitore a saldare. Ida sente che c’è qualcosa che non va in quella famiglia fin troppo amichevole, ma nello stesso tempo sembra non avere davvero altre vie d’uscita e i cugini, a tutti gli effetti una gang, dimostrano per la ragazzina appena orfana un autentico affetto. Il risultato sarà un coinvolgimento dalle conseguenze tragiche in cui tutti finiranno per pagare ancora più cari i loro debiti con la giustizia.

Laura Cotta Ramosino

Nella foto: Elio Germano è il pittore Antonio Ligabue in Volevo nascondermi di Giorgio Diritti