Beckett e April sono in viaggio in Grecia. Per allontanarsi dalle tensioni politiche di Atene, partono per il Nord del Paese. Dopo un tragico incidente in auto che causa la morte di April, Beckett vede qualcosa che non avrebbe dovuto e si trova braccato e minacciato di morte dalla polizia. La sua unica possibilità di salvezza, forse, è tornare nella capitale e rifugiarsi nell’Ambasciata.

Beckett è il secondo film di Ferdinando Cito Martino che aveva debuttato con Antonia nel 2015. Il regista si affida totalmente alla fisicità e all’atletismo di John David Washington, lanciatissimo dopo Blakkklansman e Tenet, qui nei panni del classico uomo che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Beckett, infatti, dopo la tragica morte della fidanzata April (Alicia Vikander), si trova vittima di un gioco più grande di lui. Perché la polizia lo vuole eliminare? Cosa ha visto? È soprattutto la prima parte del film quella più interessante, quando lo spettatore viene portato dentro le tensioni economiche e politiche della Grecia degli anni 2010, gli anni dell’austerità imposta dalla Commissione Europea. Vediamo manifestazioni, proteste, movimenti politici che sperano di cambiare la situazione politica, polizia corrotta. E poi c’è Beckett che tenta in ogni modo di arrivare all’Ambasciata Usa di Atene per salvarsi.

Man mano che il film prosegue nel racconto, però, si trasforma troppo in un “uno contro tutti” inverosimile anche con inseguimenti e lotte corpo a corpo da cui il protagonista, sempre più ferito, acciaccato e pieno di lividi, riesce comunque a salvarsi. Troppo prevedibile, poi, il personaggio del funzionario americano troppo implicato nelle torbide vicende politiche greche. Washington comunque regge bene dall’inizio alla fine, ma la parte squisitamente action è la meno convincente perché mette in scena situazioni improbabili in un film che, invece, parte con connotazioni e ambientazioni molto realistiche.  Dopo essere stato il film di apertura del Festival di Locarno, Beckett è visibile su Netflix.

Aldo Artosin

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