Ogni giorno, Amy (Mila Kunis) cerca di conciliare gli impegni lavorativi con quelli non meno faticosi di moglie e madre, oscillando sull’orlo di una crisi di nervi. Fare la spesa, occuparsi del cane, cucinare sano, non perdersi mai una riunione del comitato genitori/insegnanti, scarrozzare i figli di qua e di là presenziando a tutte le loro attività extracurricolari, addirittura all’occorrenza svolgere i compiti al posto loro… Il tutto sotto gli occhi di un marito immaturo e assente. A un certo punto, Amy non ci sta più. Unendo le forze con altre due giovani madri, la timida Kiki (Kristen Bell) e la trasgressiva Carla (Kathryn Hahn), Amy decide di smettere i panni della supereroina e di crescere i figli a modo suo. Questo scatena l’ira della presidentessa del comitato genitori/insegnanti, Gwendolyn (la brava Christina Applegate), paladina indefessa di una maternità “politically correct”.
Gli sceneggiatori di Una notte da leoni cercano di riproporre al femminile l’irriverenza della fortunata trilogia, purtroppo con pessimi risultati. Commedia debolissima, Bad Moms soffre soprattutto di una trama molto esile e banale, dallo spirito fintamente trasgressivo.
Un discorso provocatorio su cosa può significare essere mamme nel 2016 poteva essere interessante e divertente, ma qui la critica si limita soltanto allo sberleffo di alcune tendenze (come la fissazione per le merende biologiche, o il non dire mai di no ai propri figli), che sono portate all’eccesso in modo poco realistico. Manca il vero oggetto della satira, perché manca una tesi di fondo: a parte (ovviamente) il voler bene ai figli, non si sa precisamente cosa significhi essere madre per le tre protagoniste. Infatti la loro cosiddetta ribellione si riduce ad azioni superficiali e innocue quali vestirsi in modo provocatorio, uscire a divertirsi, acquistare dolcetti confezionati al posto che farli in casa, guidare in modo spericolato: azioni che alla fine riguardano più l’immagine “sociale” della mamma, ma poco hanno a che fare col ruolo educativo. L’unico gesto che sembra modificare il rapporto di Amy con i suoi figli è la decisione di non svolgere più i compiti al posto loro, che li porta ad assumersi le proprie responsabilità. Di certo non una svolta da “bad mom”, e non c’era bisogno di un intero film per capirlo…
Maria Triberti