Emi è un’insegnante di scuola media a Bucarest. Insieme al marito gira un video porno che finisce in Rete. La cosa non passa inosservata e la donna, accusata di immoralità, si trova così costretta a subire un vero e proprio processo da preside e genitori.
Diretto da Radu Jude, Sesso sfortunato o follie porno è il recente vincitore dell’ultima Berlinale. Un film dai toni tra commedia e grottesco, volutamente ed esageratamente provocatorio fin dall’inizio. Le prime scene, circa un paio di minuti, sono un vero e proprio filmino porno che non lascia niente all’immaginazione e che rappresentano il punto di partenza della storia: sono quelle scene a finire in Rete e a mettere sotto accusa Emi. Il film si suddivide poi in tre capitoli. Nel primo (Strada a senso unico) vediamo la protagonista (Katia Pascariu) andare in giro per le strade della moderna Bucarest ai tempi del primo lockdown nel tentativo disperato di fermare la circolazione del video. È forse la parte più interessante del film, quasi documentaristica; vediamo strade, piazze, gente comune al supermercato o alla guida in scene da vita quotidiana che ci calano bene nell’ambiente della città. La seconda parte (Breve dizionario di simboli, aneddoti e meraviglie) è una sorta di dizionario di ciò che è osceno o proibito; una serie di mini-scene molto esemplificative, sinceramente un po’ fini a sé stesse tra storia, costume e malcostume. La terza parte (Prassi e allusioni) è il processo cui Emi è costretta a sottostare e che mette in evidenza l’ipocrisia della società rumena pronta a condannare per immoralità la donna ma anche a rivedere in modo voyeuristico il filmato incriminato. L’ultima parte mette in scena i possibili finali della vicenda con toni sempre più grotteschi.
In sostanza, un film con alcuni spunti interessanti che si perdono nelle scelte registiche, tanto da far passare in secondo piano il messaggio contenuto nel film. E questo è un peccato perché il tema del confine tra pubblico e privato, la pervasività di Internet e le critiche alla società rumena potevano essere contenute in una cornice più convincente. Diciamolo: l’Orso d’Oro a Berlino lo hanno vinto film migliori in passato. Sesso sfortunato o follie porno è disponibile sulla piattaforma MioCinema che presenta anche una retrospettiva del regista rumeno, ma ora anche nei cinema.
Aldo Artosin