Hollywood 1951: Eddie Mannix è un manager dei Capitol Studios e il suo compito è risolvere i problemi che star capricciose, giornalisti curiosi, agenti avidi e quant’altri quotidianamente gli creano. Ma quando scompare Baird Whitlock, la stella più luminosa dello studio, le cose si complicano veramente.
Era dal 1991, quando uscì Barton Fink – È successo a Hollywood, piccolo capolavoro con John Turturro nei panni di un giovane e inesperto sceneggiatore, che i Coen non guardavano più all’interno del mondo del cinema. Ma se allora il film era pervaso da un sapore amaro, con un finale fiammeggiante e apocalittico, qua i celebri fratelli decidono di giocare con la commedia e usare il loro umorismo caustico per divertirsi ad accumulare alcuni dei migliori cliché del periodo più rutilante della storia del cinema americano.
Eddie Mannix (Josh Brolin) è un uomo devoto a Dio, alla famiglia e al lavoro. È un cattolico osservante, pronto a confessare le più piccole mancanze, ma nel suo campo è Dio, e non guarda in faccia a nessuno. Governare una masnada di eccentrici presuntuosi ed egoisti richiede astuzia, tatto e una grande capacità di prendere le decisioni giuste al momento giusto. Eddie Mannix ha tutte queste qualità e non esita a sfoderarle in tutte le occasioni: con la stampa, con gli attori, con tutti quelli che potrebbero ostacolare l’agenda di lavorazione di un film. E sul set in questo momento si sta girando Ave, Cesare!, un peplum sulla storia di Gesù. Un film che ha bisogno dell’assenso delle autorità religiose e che ha come protagonista Baird Whitlock (George Clooney), l’attore più babbeo dello star system, ma anche il più adorato dal pubblico. Che però un giorno scompare, rapito nientemeno che da un gruppo di sceneggiatori simpatizzanti comunisti e invaghiti delle teorie di Herbert Marcuse.
I Coen si divertono a mescolare di tutto e di più: attori, generi, figure mitiche di Hollywood e della stampa del tempo. C’è la Johansson nei panni di una capricciosa e sboccata attrice/nuotatrice alla Esther Williams, c’è un cowboy alla Roy Rogers, ci sono registi sofisticati, ballerini alla Gene Kelly (un inaspettato Channing Tatum); c’è il talento e i vizi nascosti. C’è soprattutto un cast di grandi attori che gira alla perfezione, capace di far ridere con classe e di attraversare le situazioni anche grottesche senza mai eccedere o cadere nello slapstick. Ralph Fiennes nei panni del regista inglese costretto a insegnare la recitazione a uno zotico cowboy vale da solo il prezzo del biglietto, ma anche la Swinton che si sdoppia per interpretare due sorelle giornaliste rivali tra di loro ed entrambe desiderose di incastrare Mannix, lascia a bocca aperta. Concentrato nell’arco di un solo giorno e vorticoso come potrebbe esserlo un film di Howard Hawks, Ave, Cesare! è un film che non ci si stanca di vedere e per il quale l’appassionato di cinema non smetterà mai di ringraziare i fratelli Coen.
Beppe Musicco