Bella, sicura di sé, popolare, Theresa (detta “Tree”) Gelbman è la classica ragazza abituata ad avere tutto senza dover chiedere mai. Nel college molti cercano di attirare la sua attenzione, ma Tree evita rapporti umani profondi e persino nel giorno del suo compleanno liquida tutti con fare respingente. È proprio la sera del suo compleanno (al culmine di una giornata iniziata col piede sbagliato) che Tree, uscita sola per andare alla festa di una confraternita, è raggiunta da un’inquietante figura dal volto mascherato che la accoltella a morte. La mattina seguente si risveglia, nello stesso posto dove si era svegliata il giorno prima, e misteriosamente si trova a rivivere tutti gli eventi già avvenuti nelle precedenti 24 ore. Lo stesso vale per la sua morte, che (cambiando lei tragitto per andare alla festa) sopraggiunge in un contesto diverso, ma sempre per mano del killer con la maschera. I giorni successivi la storia si ripete, e pare non avere fine: Tree capisce che l’unico modo per arrivare a domani è sconfiggere il suo persecutore.
Dalla Blumhouse Productions ecco un film che, nonostante un budget abbastanza contenuto e un titolo a effetto che parrebbe accostarlo a tanti filmetti intercambiabili destinati all’oblio, è dotato di una propria dignità. Il regista Christopher B. Landon, che ha firmato la sceneggiatura di quasi tutti gli episodi di Paranormal Activity e scritto/diretto l’esilarante Manuale scout per l’apocalisse zombie, conosce e sa usare gli stilemi dell’horror, ma cerca anche di non abusarne, eventualmente uscendo dai confini del genere.
Per questo film, il riferimento sono gli slasher movies stile Halloween. Non per nulla, il creatore della maschera qui indossata è lo stesso che inventò a suo tempo l’ormai celeberrima maschera di Scream. Tuttavia non è il terrore l’arma vincente del film, ma lo è al contrario un tono leggero quasi da commedia che lascia da parte quello “spavento a tutti i costi” che spesso incide negativamente sulla riuscita dei film horror. In linea con il non prendersi troppo sul serio, è apprezzabile anche la citazione diretta di Ricomincio da capo, indimenticato film con Bill Murray cui chiaramente si ispira la storia.
Auguri per la tua morte non sarà certo il film dell’anno o del decennio, ma è una visione piacevole che nel suo piccolo forse può insegnarci qualcosa: che un film horror, per funzionare, non deve necessariamente far morire di paura.

Maria Triberti

https://www.youtube.com/watch?v=tfrf1RXP6YE