Su invito del giovane amico Bouc, l’investigatore Hercule Poirot partecipa a una crociera sul Nilo organizzata da due freschi sposini, l’avvenente Simon Doyle e l’ereditiera Linnet Ridgeway, accompagnati da amici e parenti ma costantemente rincorsi dalla rancorosa ex di lui. Quando l’ereditiera verrà trovata morta, la caccia all’uomo di Poirot non risparmierà nessuno.

A cinque anni da Assassinio dell’Orient Express, arriva nelle sale con Assassinio sul Nilo un nuovo capitolo tratto dai classici gialli della scrittrice Agatha Christie (qui l’adattamento è dal romanzo Poirot sul Nilo). Non era facile misurarsi, anche in questo caso, con una storia già adattata per il grande schermo, specialmente nella famosa versione del 1978 di John Guillermin, con interpreti del calibro di Peter Ustinov, Bette Davis, David Niven, Mia Farrow e tanti altri. Kenneth Branagh, regista e attore principale, affronta la sfida radunando un nuovo pool di attori, meno fascinosi ma comunque riconoscibili: dalla serafica Gal Gadot e Armie Hammer nei panni dei neosposi, alla più rodata Annette Bening, fino alla fresca sorpresa di Emma Mackey, emergente dopo la serie Sex Education.

Questa volta, il razionale investigatore Hercule Poirot viene messo alle strette dal caotico mondo della passionalità e degli affetti. Il pathos e la sensualità si accampano subito il centro della scena, sullo sfondo di un opulento Egitto Anni Trenta; peccato per l’uso forse troppo invasivo e distraente del CGI, che toglie naturalezza al teatro degli eventi. Il nuovo capitolo cerca di replicare la fortunata formula di Assassinio sull’Orient Express senza riuscire a far del tutto centro, in una storia piuttosto lunga e con momenti meno trascinanti. C’è però il tentativo di avvicinare lo spettatore a una trama gialla che rischiava di diventare datata: se l’impalcatura è la stessa del romanzo di Agatha Christie, a cambiare è il suo altrimenti granitico protagonista. E la crepa da cui passa una vulnerabilità tutta umana si nasconde proprio dietro al suo segno distintivo: quel paio di baffi iconico eppure, fino ad ora, fine a sé stesso.

Roberta Breda