Non sappiamo chi sia, che nome abbia, e per quale ragione il suo velivolo si sia schiantato tra i ghiacci artici. Sta di fatto che un uomo solo, cerca di sopravvivere in condizioni estreme. La sua base è la carcassa dell’aereo che gli offre un rifugio; si nutre di pesce crudo pescato sotto il ghiaccio; scrive una gigantesco S.O.S. che sia visibile dall’alto per chi lo stia cercando. È un uomo in pericolo, che deve guardarsi anche da un minaccioso orso polare che vive in quel territorio. Un giorno però accade qualcosa di imprevisto, che lo porta a mettersi in marcia verso una stazione di controllo che rappresenterebbe la salvezza. Ma il viaggio è lungo e difficilissimo…
Quello realizzato da Joe Penna, regista brasiliano alla sua opera prima, è un bel film di avventura in solitaria. Arctic è praticamente un film muto, focalizzato sugli sguardi e la gestualità di un grande attore come Mads Mikkelsen (Il sospetto, Doctor Strange). Sono poche, davvero minime, le frasi che gli sentiamo pronunciare e che non hanno risposta (non sveliamo oltre per non fare spoiler). Il suo è un bel personaggio; ne ammiriamo la tenacia, il coraggio, l’ingegnosità e la caparbietà nel non voler morire. In questa avventura c’è tutto: la natura selvaggia, la solitudine, le avversità e i momenti drammatici che allontanano la speranza. Certo, siamo lontani da un film epico come Cast Away; casomai Arctic ricorda più da vicino un’altra avventura solitaria e quasi muta, quella di Robert Redford alla deriva in All is Lost – Tutto è perduto. Una curiosità: il film è stato girato in Islanda.
Aldo Artosin