Emily (Diane Keaton), vedova americana piena di debiti ereditati dal marito, vive nell’elegante quartiere di Hampstead, cercando di saldare le numerose spese lasciate in sospeso dal consorte e di far fronte agli eccessivi costi di un appartamento che non può più permettersi. Circondata da amiche ricche, eleganti e ipocrite, la donna sa bene di non poter più sostenere quello stile di vita, ma è consapevole di non avere molto vie di uscita poiché l’unica attività alla quale si è sempre dedicata nella sua intera esistenza è il volontariato in un charity shop che non le ha mai dato da vivere. A pochi passi da casa sua, nel bel mezzo di un immenso parco a ridosso di un vecchio ospedale su cui hanno avidamente messo gli occhi alcuni imprenditori immobiliari, vive da 17 anni Donald, irlandese senzatetto che si è costruito una piccola capanna abusiva. Quando i due ci incontrano e si conoscono, riscoprono insieme le gioie dell’amore; ma decidono anche di contrastare la minaccia di una società edilizia che cerca in tutti i modi di sfrattare Donald da casa, per liberarsi dell’unica presenza scomoda e ingombrante che mette a rischio il redditizio progetto edilizio.

Ispirato dalla vera storia di Harry Hallowes, senzatetto divenuto da un giorno all’altro milionario, il regista Joel Hopkins dirige una commedia romantica leggera e delicata che intrattiene con grazia, fa sorridere e sfrutta al massimo il talento di due attori di gran carisma come Diane Keaton e Brendan Gleeson. L’incontro tra due personalità dalle esistenze agli antipodi – la ricca americana che non ha mai lavorato un giorno in vita sua e non ha mai fatto un passo senza i soldi del marito e il risoluto senzatetto che si è abilmente arrangiato, sfruttando i benefici della natura per provvedere autonomamente a cibo e fonti di energia – avviene nello splendido scenario londinese di Hampstead, maestoso parco che ha spesso fatto da cornice a numerosi altri film (Notting Hill, La carica dei 101, L’amore fatale) e che ha qui un ruolo da vero protagonista, come ben sottolinea il titolo originale.

Peccato però che il risvolto politico e sociale del film risulti indebolito proprio dalla scelta di concentrarsi per la maggior parte del tempo sui due interpreti, sui loro incontri e sui loro scambi di opinione, lasciando scivolare in secondo piano la sottile critica alle ipocrisie del sistema britannico, in grado di mettere sullo stesso livello la difesa dei diritti degli emarginati con quella dei salmoni. La chimica perfetta tra due attori non basta a rendere completa questa commedia e la sensazione è di trovarsi di fronte a una vicenda a cui manca un po’ di carattere. La storia dell’uomo che sfida le convenzioni e cerca di far valere i suoi diritti, opponendosi a un mercato immobiliare privo di scrupoli, avrebbe meritato qualcosa in più. Qui assume la forma di una commedia romantica tra due persone di una certa età che si sviluppa attraverso una trama spiccia, semplice e fin troppo prevedibile.

Marianna Ninni