La storia è tratta dal romanzo “Quanta stella c’è nel cielo” di Edith Bruck, che qui firma la sceneggiatura assieme al regista. Salvata da Auschwitz, la giovane ungherese Anita è accolta in Cecoslovacchia dall’unica parente rimastale, sua zia Monika. L’impatto con la realtà fuori dal campo è diverso da come la ragazza se l’aspettava: cerca affetto nella zia, ma riceve solo freddezza e diffidenza; vorrebbe uscire, ma non può, perché senza documenti “non è nessuno”; vorrebbe ricordare e raccontare come sono morti i suoi genitori, ma le viene vietato di parlarne. “Lascia Auschwitz fuori da questa casa”, si sente dire ancor prima di entrare. Il sogno di una nuova vita si incarna per lei in Eli, cognato di Monika vivace e un po’ insolente, per cui perde la testa. Nella storia d’amore tra i due si consuma la linea principale della trama, mentre i temi della memoria e del destino del popolo ebraico si riducono a rari scambi di battute didascalici o banalmente retorici e a un paio di scene fastidiose in cui Anita parla a voce alta da sola. ,Interessanti gli accenni alla cultura ebraica (ad esempio nella sequenza del Purim, il carnevale) e alle divisioni interne al suo popolo, tra i più anziani che omaggiano la tradizione, sionisti che imbracciano il fucile e altri che, come Monika e il marito Aron, si nascondono dietro simboli che non gli appartengono (l’albero di Natale fuori dalla porta al posto della Mezuzah), per rimuovere il passato. Peccato però che appunto, si tratti soltanto di accenni: nei personaggi e negli ambienti non v’è, in realtà, traccia visibile dell’orrore della Shoah e della fatica di una comunità a ricominciare a vivere. ,La confezione si fa apprezzare più del contenuto. Infatti, l’ingenuità della protagonista (troppa, forse, per una che ha vissuto Auschwitz) si estende presto ai fatti narrati: nella seconda parte del film si fanno particolarmente inverosimili, raggiungendo l’apice in un superficiale happy ending che è estrema conferma di una promessa non mantenuta.,Maria Triberti,

Anita B.
Il destino di un’adolescente di origini ebree, appena sopravvissuta ai campi di concentramento.