La prima impressione guardando American Ultra, è che sia derivato da un fumetto, un po’ come Scott Pilgrim o Kick Ass: il giovane  e solitario Mike (Jesse Eisenberg) vive con la coetanea Phoebe (Kristen Stewart) e quando non lavora (ma anche quando lavora) in un market sempre deserto,  passa il tempo a fumarsi canne su canne e disegnare fumetti di scimmie astronaute. Salvo essere preso da assurde crisi di panico ogni volta che cerca di allontanarsi dalla routine o dal paese tra i boschi della Virginia dove vive (The Truman Show insegna). Potrebbe essere l’inizio di una commedia alla Clerks, ma la svolta si fa interessante, e il tono più drammatico, non appena si scopre che in realtà Mike è un operativo della CIA cui è stata piallata la memoria e data una nuova identità. Il progetto che lo vedeva “dormiente” è stato annullato e un ambizioso capetto dell’Agenzia (Topher Grace) vorrebbe toglierlo di torno definitivamente, ma un’altra dirigente con scrupoli di coscienza decide di “risvegliarlo” perché possa difendersi. Mike è rappresentato come un tenero stordito che naturalmente non si capacita delle doti assassine che scopre di avere. E questo riesce però a rendere le situazioni più divertenti e la violenza meno realistica, specie in alcune scene dagli effetti speciali molto azzeccati (la prigionia nella cantina dello spacciatore illuminata da luci UV, l’uso di una padella come sponda per sparare stando nascosti, ecc.). La bravura di Jesse Eisenberg nel rappresentare Mike, un nerd dai capelli lunghi che scendono su un corpo ossuto, simile ai personaggi dei cartoni animati di scimmie dallo spazio che disegna compulsivamente e totalmente fuori posto nei panni della macchina per uccidere che si nasconde dentro di lui, è ben supportato da Kristen Stewart che, finalmente libera dal diafano personaggio di Twilight, sfoggia carattere e forza bruta, quando lei e Mike sono costretti a uscire dal loro rassicurante bozzolo fatto di divano e canne. Anche i comprimari (Topher Grace, Leguizamo e la Britton, per non parlare della squadra di sterminatori) sembrano usciti da un fumetto, ma hanno un loro posto fattivo e ben giustificato, in un film come American Ultra, che, per quanto piccolo (e arrivato in Italia con un anno di ritardo), non merita affatto di passare inosservato.
Beppe Musicco