Roboante remake, sull'onda di ricordi nostalgici, di ciò che negli anni ottanta era un telefilm cult e di cui molti non-più-giovani continuano a ricordare la sigla iniziale. Indelebile come impresso nel cemento, il jingle dell'A-Team ritorna nel duemila e dieci rispolverato grazie alle nuove tecnologie, per far sussultare nuovamente gli animi di coloro che, della loro infanzia (o gioventù), hanno ancora il ricordo di “piani ben riusciti” e facce da schiaffi, sorrisi beffardi e imprese pazzesche, guide spericolate e decisa divisione tra buoni e cattivi. Ma nove anni dopo l'attentato alle torri gemelle, l'eroismo americano non è più così definito come lo era trent'anni fa: compaiono intrighi e doppi-giochi, che insinuano dubbi e nascondono tradimenti i quali nemmeno Hannibal riesce a prevedere.,Galeotto è il Messico in cui il Colonnello e “Sberla” vengono aiutati da due strani figuri (P.E. e Murdock) a risolvere una missione segreta per conto dell'esercito Americano: sarà la prima di innumerevoli missioni spericolate che ci porta ai giorni d'oggi e alla guerra in Iraq, dove l'A-Team deve organizzare un ultimo piano prima della partenza dal deserto Il piano riesce ma scatta la trappola e i quattro eroi si trovano incriminati e rinchiusi in altrettanti carceri di massima sicurezza. Un susseguirsi di rocamboleschi “piani ben riusciti” nasconde un intreccio semplice ma robusto, che conduce all'ultimo esplosivo piano-riuscito-a-metà ma che sortisce l'effetto voluto. Tutti i tasselli ritornano al loro posto e il finale apre alla storia che noi tutti conosciamo (vedi sigla iniziale del telefilm), i colpi di scena non colpiscono, ma ciò che riesce nel film (oltre ai già citati piani) sono le battute e le esplosioni e tanto basta.,Niente di eclatante, non ce lo si aspettava, ma i nostalgici sono avvertiti: non si aspettino l'originale, sarebbe impossibile, tuttavia rimane pure sempre un buon omaggio.,Da attendere la fine dei titoli di coda.,Andrea Cassina,