Pochi attori e attrici si sono fusi quasi del tutto, nell’immaginario collettivo, con un personaggio interpretato. E Carrie Fisher, grazie al ruolo della Principessa Leia nella saga di Star Wars era, senza dubbio, una di loro. Figlia d’arte dell’attrice Debbie Reynolds e del cantante Eddie Fisher, Carrie era nata il 21 ottobre 1956 a Beverly Hills (California), a 5 miglia dagli Studios di Hollywood, segno indicativo del destino che avrebbe avuto.
Decisa a mettersi sulle orme materne, ottiene la prima scrittura nel 1975 con il film Shampoo di Hal Ashby, con Warren Beatty e Julie Christie, e inizia ventenne a studiare recitazione a Londra. Attività che, però, abbandona quasi subito per iniziare a lavorare, nel 1976, in una pellicola che cambierà per sempre la sua storia e quella del cinema: Guerre Stellari di George Lucas. Carrie si trova sul set insieme ad attori già affermati come Harrison Ford, Peter Cushing e Alec Guinness, ma anche alle prime esperienze come Mark Hamil. Il film è un successo planetario che, costato 11 milioni di dollari, ne frutta più 700, creando una nazione senza confini di fans sparsi per il mondo. I due sequel, L’impero colpisce ancora (1980) e Il ritorno dello Jedi (1983) non fanno che confermare e aumentare la fama di una saga che, tuttora, non ha esaurito la sua benzina.
Ma, mentre nei sei anni in cui lavora con Lucas l’immagine di Carrie diventa un tutt’uno con quella di Leia Organa, l’attrice americana prende parte ad altri film, tra i quali il cult-movie The Blues Brothers, per la regia di John Landis, con John Belushi e Dan Aykroyd, in cui non ricopre un ruolo principale, ma si fa ricordare per le grandi scene in cui il suo personaggio sfoga la rabbia e la sete di vendetta verso l’ex compagno Jake (John Belushi).
Oltre ad essere questi gli anni che lanciano Carrie nel firmamento delle attrici, sono anche quelli che la vedono alle prese con la tossicodipendenza e con l’alcolismo, problemi acuiti dal disturbo bipolare che le viene diagnosticato alla fine degli anni Settanta, ma che inizierà a curare seriamente solo a 28 anni.
Sono almeno quattro le ulteriori apparizioni cinematografiche degne di nota di Carrie da The Blues Brothers alla sua scomparsa a 60 anni l’altro ieri: una piccola parte nel film da 3 premi Oscar Hannah e le sue sorelle di Woody Allen (1986), in Harry ti presento Sally (1989), in Austin Powers: il controspione (1997) e nell’ultimo episodio uscito – per adesso – di Star Wars dell’anno scorso, Il risveglio della forza, nel quale, insieme ai compagni di set Harrison Ford e Mark Hamil, è tornata a far gioire e commuovere gli appassionati della saga.
L’antivigilia di Natale di quest’anno è stata colta da un infarto durante un volo da Londra a Los Angeles, che l’ha portata alla morte il 27 dicembre 2016. La sua scomparsa è stata seguita, a distanza di 24 ore, da quella della madre Debbie Reynolds (con cui i rapporti non furono facili in gioventù), colpita a 84 anni da un ictus mentre preparava il funerale della figlia. Il cinema ha perso così, nel giro di una giornata, due sue grandi protagoniste.
Alessandro Giuntini
Un omaggio all’attrice, con alcune sequenze tratte dalla saga di Star Wars:
La sequenza che la vide confrontarsi con John Belushi in The Blues Brothers: