Qualche secolo fa le protagoniste di 17 ragazze probabilmente si sarebbero strette intorno alla più sensibile di loro, avrebbero fondato un ordine monastico e dimostrato la loro superiorità e lungimiranza a chi le voleva sbrigativamente inquadrare. Magari, come Caterina, avrebbero dialogato autorevolmente con i potenti della terra. Oppure, come Ildegarda, avrebbero scritto testi da far impallidire scienziati e letterati del tempo. Purtroppo nella Normandia di oggi, che solo il mare e i cieli bigi accomunano a quella di un tempo, l’unica cosa che resta, immutata e sempre rivoluzionaria nei secoli, è la potenza della giovinezza unita a quella della maternità. Così queste ragazzine (di una bellezza, non solo esteriore, veramente impressionante), quando scoprono che la loro compagna di classe Camille è incinta e che vuole fare della sua gravidanza un gesto di rottura nei confronti della madre, della scuola, del mondo intero («Avrò qualcuno da amare e che mi vorrà veramente bene. Avrò solo 16 anni più di lui e ci capiremo»), decidono di fare lo stesso. Con chi non importa: non c’è né aspettativa né gioia in un atto consumato di notte sulla spiaggia dopo qualche birra, quello che conta è il futuro che si schiude. La complicità, il legame con le amiche che diventa sempre più stretto, quel senso di superiorità nei confronti delle coetanee (e c’è chi subito cercherà di infiltrarsi surrettiziamente tra le privilegiate) e degli adulti; questi ultimi che annaspano cercando risposte inadeguate: moltiplicare le lezioni di educazione sessuale? Aggiungere un distributore di profilattici? Parlare? E a cosa servirebbe? Genitori e docenti si rimbalzano le responsabilità: «Avreste dovuto vigilare», «voi avreste dovuto farlo»… Mentre le pance diventano sempre più sicure, numerose e belle. Non c’è sigaretta, bottiglia o spinello che possa sminuirle, e quella che sembra un’atroce irresponsabilità è una domanda che pesa come un macigno sui benpensanti contemporanei.

Le coccinelle finiscono inconsapevoli a morire sulla spiaggia, nota una ragazzina all’inizio del film, diretto da Delphine Coulin e Muriel Coulin, e alla storia delle 17 ragazze (tratta da un episodio vero, ma accaduto negli Stati Uniti) manca una ramazza su cui saltare per farsi portare in un posto più bello, come in Miracolo a Milano. Ma la domanda, quella resta, e non c’è festa della donna che possa soddisfarla. P.S.: in Italia ci si è scandalizzati per il divieto ai minori di 14 anni, poi annullato. Se era per gli spinelli temiamo servisse a poco. Se fosse stato per la gravidanza, sarebbe stato ridicolo.

Beppe Musicco